venerdì 1 luglio 2016

Dal gender al nuovo Adamo ovvero il transumanesimo





Ho provato a fare un piccolo sondaggio d'opinione terra-terra alla "volemose-b-bene", chiedendo in giro tra i miei conoscenti/amici che cosa fosse il "transumanesimo": l'esito sconcertante (almeno per me) è che nessuno conosceva nemmeno la parola; si dirà che il mio campione di riferimento in realtà sarà stato un campione distorto: può essere! intorno a me non gravitano letterati, scienziati o intellettuali vari, è tutta gente de' noantri!; sta di fatto che il mio piccolo sondaggio d'opinione ha dato il risultato che ho citato; allora mi son chiesto se non fosse il caso di approfondire un poco l'argomento e guardacaso mi è capitato sott'occhio questo articolo che non è fatto per spiegare l'etimologia della parola transumanesimo - per fare questo basta un qualunque dizionario - ma che dà qualche informazione in più, per esempio dove partire e come e perché arrivare al transumanesimo.

Transumanesimo, la vera sfida del cristiano

di Lucandrea Massaro - 26 marzo 2015

Immortalità, superuomini, corpo senza identità: questi i cardini di un movimento di cui non si parla spesso, ma che sta dettando l'agenda.

Pochi giorni fa, riprendendo idealmente da dove il Papa si era fermato a Napoli circa il pericolo di indottrinamento nelle scuole, il cardinal Angelo Bagnasco aveva deciso di approfondire il tema della cosiddetta “ideologia gender” spiegando cosa essa è e non solo: “Il gender si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione – avverte il presidente della CEI Bagnasco – ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell'umano, per edificare un 'transumano' in cui l'uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità".  


(al termine di questo articolo aggiugiamo un'estratto dalla Prolusione del Card. Bagnasco).

Il cardinal Bagnasco si è scagliato contro chi intende "costruire delle persone fluide, che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno e quindi diventi diritto: individui fluidi per una società fluida e debole. Una manipolazione da laboratorio – denuncia Bagnasco – dove inventori e manipolatori fanno parte di quella 'governance' mondiale che va oltre i governi eletti e che spesso rimanda ad organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare".
Si sono occupati tutti di questa presa di posizione, nuovamente allineandosi tra giornali e opinionisti a favore o contro. E tuttavia c'è forse un elemento nuovo, molto interessante che vorremmo sottolineare nelle parole del cardinale, specialmente quando utilizza un termine, non proprio frequente neppure nella retorica difensiva cattolica, quale è quel “transumano”. Questa parola in verità è forse molto più utile e precisa rispetto alla questione gender che non sarebbe altro che un aspetto di una idea assai più ampia di decostruzione della nozione di umanità e di un superomismo neopagano che vuole un essere umano immortale, iperconnesso, dall'identità corporea fluida e quindi neutra, contemporaneamente iperproduttivo e iperconsumatore, capace di elevare ogni suo singolo desiderio al rango di diritto. Ecco che tanto il gender sulla sessualità, quanto il neoliberismo nei rapporti economico-politici, assumono una dimensione più organica di libertà senza regole, la Natura (in senso aristotelico) è il segno della creaturalità dell'Uomo e quindi in un progetto materialista come questo va superata anche nella carne e nelle sinapsi. L'auto-umanità.
La denuncia di Bagnasco è davvero più puntuale di quanto non si creda, se oggi esiste davvero una ideologia che oggi combatte contro l'idea di umanità creata a immagine e somiglianza di Dio (con il suo portato simbolico e valoriale) questo è il transumaneismo.

Che cos'è il transumaneismo?

Riprendiamo le parole del politologo americano Francis Fukuyama che in un articolo apparso sul Corriere della Sera nel 2005 asseriva:

« Nel corso di molti degli ultimi decenni è nato uno strano movimento di liberazione nel mondo progredito. Le sue crociate mirano molto più in alto di quanto non facciano i propugnatori di campagne sui diritti civili, delle femministe o dei difensori dei diritti dei gay. Non vogliono niente di meno che liberare la razza umana dai propri vincoli biologici: dal punto di vista dei transumanisti, gli esseri umani devono sottrarre il proprio destino biologico dal processo cieco di variazione casuale e di adattamento dell'evoluzione e portare la specie a uno stadio successivo. […] Un certo transumanismo è implicito in molti dei programmi di ricerca della biomedicina contemporanea. Le nuove procedure e tecnologie che emergono dai laboratori e dagli ospedali, che si tratti di farmaci per modificare l'umore, di sostanze per incrementare la massa muscolare o cancellare selettivamente la memoria, di screening genetico prenatale o di terapia genetica, possono essere facilmente usate tanto per « migliorare » la specie quanto per alleviare le malattie. Anche se i rapidi progressi della biotecnologia ci lasciano spesso un senso di vago disagio, la minaccia intellettuale o morale che rappresentano non è facile da identificare. Dopo tutto, la razza umana è un insieme confuso abbastanza triste, con le nostre malattie ostinate, i limiti fisici e la brevità della vita. Aggiungete le gelosie, la violenza e le ansie costanti dell'umanità e il progetto dei transumanisti comincia a sembrare assolutamente ragionevole. Se fosse tecnologicamente possibile, perché non dovremmo voler essere superiori alla nostra specie attuale? L'apparente ragionevolezza del progetto, specialmente se considerato in piccoli miglioramenti, costituisce già una parte del suo pericolo. Ma è possibile che noi ci serviremo a piccoli bocconi delle offerte tentatrici della biotecnologia senza renderci conto che esse hanno uno spaventoso costo morale. La prima vittima del transumanismo potrebbe essere l'uguaglianza.
La Dichiarazione di Indipendenza degli Usa dice che « tutti gli uomini sono creati uguali » . Donne e neri non furono inclusi quando Thomas Jefferson scrisse la dichiarazione nel 1776. Le società progredite hanno lentamente e faticosamente capito che solo il fatto di essere esseri umani dà a una persona il diritto all'uguaglianza politica e legale. In effetti abbiamo tracciato una linea rossa attorno all'essere umano e abbiamo detto che è sacrosanto. Alla base di questa idea dell'uguaglianza dei diritti c'è il credo secondo cui tutti possediamo un'essenza umana che oscura differenze manifeste quali il colore della pelle, la bellezza e persino l'intelligenza. Questa essenza, e l'idea che gli individui possiedano dunque un valore intrinseco, è al centro del liberalismo politico. Ma modificare questa essenza è il nucleo del progetto transumanista.
Se cominciamo a trasformarci in qualcosa di superiore, quali diritti rivendicheranno queste creature migliorate e quali diritti possiederanno in confronto a quelli lasciati indietro? Se alcuni vanno avanti, potranno gli altri permettersi di non seguirli? Queste domande sono abbastanza inquietanti all'interno delle società ricche e sviluppate. Aggiungete le implicazioni per i cittadini dei Paesi più poveri del mondo, per i quali le meraviglie della biotecnologia rimarranno probabilmente irraggiungibili, e la minaccia all'idea di uguaglianza diventa ancora più forte. I sostenitori del transumanismo pensano di capire ciò che costituisce un buon essere umano e sono contenti di lasciare indietro gli esseri limitati, mortali, naturali che vedono intorno a sé a favore di qualcosa di migliore.
Ma capiscono veramente i valori umani più importanti? Grazie ai nostri ovvi difetti, noi esseri umani siamo il prodotto miracolosamente complesso di un lungo processo evolutivo, un prodotto la cui interezza è molto più della somma delle nostre parti. Le nostre caratteristiche buone sono intimamente collegate a quelle cattive: se non fossimo violenti e aggressivi, non saremmo in grado di difenderci; se non avessimo sentimenti di esclusività non saremmo leali a coloro che ci sono vicini; se non provassimo mai la gelosia, non proveremmo mai l'amore. Persino la nostra mortalità gioca una funzione critica nel consentire alla nostra specie nel suo insieme di sopravvivere e di adattarsi. Modificare una sola delle nostre caratteristiche-chiave implica la modifica di un insieme complesso e interconnesso di qualità e noi non saremo mai in grado di prevedere il risultato finale. Nessuno sa quali possibilità tecnologiche emergeranno dall'automodificazione umana.
Ma possiamo già vedere la tentazione di una sfida prometeica nel modo in cui prescriviamo farmaci per incidere sul comportamento e la personalità dei nostri figli. Il movimento ambientalista ci ha insegnato l'umiltà e il rispetto per l'integrità della natura non umana. Abbiamo bisogno di una simile umiltà per quanto riguarda la nostra natura umana. Se non la svilupperemo presto, potremmo invitare i transumanisti a deturpare l'umanità con i loro bulldozer genetici e i loro centri commerciali psicotropici. »

Ecco che alle parole ragionevoli di un pensatore laico come Fukuyama, fanno eco immediato le parole sagge e profetiche di Benedetto XVI quando parlava proprio di una “ecologia umana”, ovvero della necessità di mantenere vivo e protetto un nucleo intatto di identità e socialità comuni all'intera umanità. Il sogno eugenetico, l'aborto di massa, la destrutturazione della famiglia, sciolgono tutti quei legami, quelle “legature sociali”, che questo nuovo movimento – a sua volta paradigmatico e minoritario – vorrebbe superare per fare dell'uomo una monade, un essere solitario sufficiente e a se stesso, Dio di se stesso. Così come risulta assai pertinente la preoccupazione circa la cultura dello scarto che continuamente viene ribadita da Francesco: in una ottica (perversa) di miglioramento della specie, non può esserci spazio per il debole. E' l'antivita. Se la Chiesa protegge dal concepimento alla fine naturale, specularmente chi è contro la Chiesa uccide dal concepimento fino alla vecchiaia: aborto (selettivo e non) ed eutanasia sempre più precoce e ampia nella sua applicazione. Ed è esattamente un ragionamento di tipo economicistico: quanto costa un disabile? Quanto produce un disabile? Ma la logica economica (ti do per ricevere) è il contrario della logica dell'amore (ti do senza nulla a pretendere).

Che ne pensa la Chiesa?

La posizione della Chiesa su questa viene riassunta dal professor Robert Gahl, americano del Wisconsin, ingegnere, filosofo e teologo, che insegna Etica fondamentale all’Università Pontificia della Santa Croce di Roma, intervistato da Zenit (25 maggio 2010):

« La Chiesa spinge per il progresso scientifico, per le scoperte volte a beneficiare l’uomo, migliorarlo, potenziarlo. Ma è contraria alla manipolazione dell’uomo, agli esperimenti sull’uomo, perché contro la libertà e la dignità. I transumanisti antricristiani materialisti – soprattutto americani e inglesi – cercano l’immortalità sulla terra, allungare la vita per sempre, essere perdurevoli. La speranza materialista è quella di vivere per sempre. Ma non è una vita migliore, con una visione beatifica di Dio. […]
 Il mito dell’eterna giovinezza non è mai morto? 
C'era già nell’antichità. La fonte dell’eterna giovinezza è una sorta di transumanesimo antico.
 Il suo messaggio di felicità a transumanisti e non? 
La famiglia al primo posto: contro qualsiasi tentativo di manipolare la nascita dei bambini (eugenetica) per migliorare la specie umana. È una violazione alla libertà di amore tra i genitori. L'affetto sperimentato in famiglia – che è l'amore incondizionato – anticipa la felicità del Cielo: è qui che troviamo la gioia attraverso la vita vissuta per gli altri. Il pericolo non è davvero solo morale, ma politico, di cittadinanza. »

Per questo chiudiamo di nuovo con le parole di Fukuyama, in una intervista sempre del 2005 a firma di Gianni Riotta sul Corriere della Sera, che dopo aver messo in guardia dalla fecondazione assistita – primo banco di prova di questa nuova tendenza secondo lui – si arriva al nocciolo della questione: la libertà: 

« Mi oppongo all'ingegneria genetica per la stessa ragione per cui mi oppongo al fascismo e al comunismo. Trovo ripugnante l'idea di considerare malleabile la natura umana, plasmandola al volere delle élites. Abbiamo imparato che l'ingegneria sociale provoca milioni di vittime, e temo che lo stesso possa accadere per l'utopia di modificare il comportamento umano in laboratorio, manipolando per esempio l'aggressività di certi individui. Quindi ok curare i malati, no a migliorare la personalità dei sani ». 

Gli strumenti e i fini sono spesso gemelli siamesi…


Estratto della Prolusione del Card. bagnasco del 23 marzo 2015

http://aleteia-imported-it.vip.hmn.md

www.avvenire.it

Bagnasco, teoria gender: “Manipolazione da laboratorio. Volete questo per i vostri figli?”
Forte richiamo al diritto alla libertà di educazione dei genitori nella prolusione del presidente della Cei al Consiglio permanente.

Forte richiamo al diritto alla libertà di educazione dei genitori nella prolusione del presidente della Cei al Consiglio permanente. L'attenzione ai cristiani perseguitati e all'emergenza lavoro.
Nei lavori del “parlamentino” dei vescovi italiani che prelude all’Assemblea generale di maggio (18-21), il cardinale presidente, Angelo Bagnasco, ha evidenziato alcune delle tappe principali del cammino della Chiesa italiana per i prossimi mesi – scandito dall’Anno Santo della Misericordia, dal Convegno ecclesiale di Firenze e dal Sinodo sulla famiglia -, sottolineando alcune delle preoccupazioni che accompagnano questo cammino in Italia e nel mondo.

Teoria del gender, manipolazione di una governance mondiale

Forte la denuncia del presidente della Conferenza episcopale italiana nei confronti della “dilagante colonizzazione da parte della cosiddetta teoria del “gender”, che papa Francesco, durante la visita a Napoli dello scorso sabato, ha definito “sbaglio della mente umana”. Una teoria che compromette la “libertà di educazione dei genitori per i loro figli” che non è “cortesia concessa a qualcuno” ma “diritto dei genitori”. Il gender, ha sottolineato Bagnasco, “si nasconde dietro a valori veri come parità, equità, autonomia, lotta al bullismo e alla violenza, promozione, non discriminazione… ma, in realtà, pone la scure alla radice stessa dell’umano per edificare un ‘transumano’ in cui l’uomo appare come un nomade privo di meta e a corto di identità”. “La categoria ‘Queer Theory’ – ha insistito Bagnasco -, nata negli Stati Uniti, combatte contro il normale, il legittimo, e ingloba tutte le soggettività fluide: non si riferisce a nulla in particolare, si presenta paradossalmente come “un’identità senza essenza”. L’obiettivo è “costruire delle persone fluide che pretendano che ogni loro desiderio si trasformi in bisogno, e quindi diventi diritto. Individui fluidi per una società fluida e debole”. Si tratta, ha denunciato il presidente della Cei di una “manipolazione da laboratorio”, tanto più pericolosa perché inventori e manipolatori fanno parte di “quella governance mondiale che va oltre i governi eletti, e che spesso rimanda ad Organizzazioni non governative che, come tali, non esprimono nessuna volontà popolare!”. Il presidente della Cei si è rivolto direttamente ai padri e alle madri: “Genitori che ascoltate, volete questo per i vostri figli? Che a scuola – fin dall’infanzia – ascoltino e imparino queste cose, così come avviene in altri Paesi d’Europa?”. “Reagire è doveroso e possibile – ha sottolineato Bagnasco -, basta essere vigili, senza lasciarsi intimidire da nessuno, perché il diritto di educare i figli nessuna autorità scolastica, legge o istituzione politica può pretendere di usurparlo. È necessario un risveglio della coscienza individuale e collettiva, della ragione dal sonno indotto a cui è stata via via costretta”. “Sappiate, genitori, – ha aggiunto il president della Cei – che noi Pastori vi siamo e vi saremo sempre vicini”. »

E poi per non farmi mancare niente, guardacaso mi è capitato sott'occhio quest'altro articolo - che anche lui - credo possa dare qualche informazione in più all'argomento (in verità è questo il primo articolo capitatomi sott'occhio, che mi ha stuzzicato e mi ha portato a cercare quello citato sopra, infatti basta guardare le date e si capirà perché scrivo ora questo post):


Eugenetica, omosessualismo e teoria gender ecco le tecniche della nuova creazione "oltre l’uomo"

di Giampaolo Crepaldi*  - 22 giugno 2016


“Transumanesimo: lo spaventoso laboratorio del nuovo Adamo” è il titolo del fascicolo del “Bollettino di Dottrina sociale della Chiesa” ora in libreria. La rivista dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân», diretta da Stefano Fontana, ospita studi del Prof. José M. Galvan dell’Ateneo della Santa Croce, di don Samuele Cecotti, del prof. Giovanni Turco dell’Università di Udine, di Padre Giorgio Carbone dello Studio Domenicano di Bologna, di Ermanno Pavesi, segretario dell’Unione internazionale medici cattolici e di Jacque Bonnet da Parigi. Gli autori trattano i vari aspetti del progetto transumanista, mentre Fabio Trevisan, Alessandra Scarino e Paolo Gulisano riesaminano le riflessioni di Chesterton e i romanzi di Aldous Huxley e Mary Schelley con il suo Frankestein. Pubblichiamo qui l’editoriale dell’arcivescovo Giampaolo Crepaldi che apre il fascicolo monografico. 
(Per ricevere copia della rivista e per abbonamenti: bollettino@edizionicantagalli.com)

La Dottrina sociale della Chiesa ha a che fare con l’umano, visto con gli occhi di Dio. Ora: se l’umano viene superato nel transumano, la Dottrina sociale della Chiesa non ha più senso di esistere. Sarebbe allora prevalsa la falsa illusione gnostica secondo la quale l’uomo può arrivare alla salvezza conoscendo o facendo qualcosa. Se il “Nuovo Adamo” sarà frutto della medicina e della tecnica, allora la “nuova creazione” sarà solo opera umana (cf. Massimo Piattelli Palmarini, Il nono giorno della creazione. La nuova rivoluzione nelle scienze del vivente, Mondadori, Milano 2015) e non sarà nuova creazione. 

L’uomo è la via della Chiesa (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. Centesimus annus, cap. VI) e ciò costituisce la stessa ragion d’essere della Dottrina sociale della Chiesa. Non perché essa sia solo incentrata sull’uomo, ma perché essa è uno strumento della salvezza che Cristo ha procurato all’uomo con la Croce e la Resurrezione e non con la tecnica. Lo stesso può essere detto per la “natura” e la natura umana in particolare. La salvezza non viene dalla tecnica, che finisce per superare la natura negandola, come propriamente accade nel transumanesimo. Per la Dottrina sociale della Chiesa la natura non viene superata ma semmai purificata ed elevata nella sopranatura. 

Ci sono oggi correnti teoriche e attività pratiche, finanziate e sostenute da enormi risorse mondiali, che invece vogliono andare oltre l’uomo. Si tratta appunto del transumanesimo. Queste dottrina e queste prassi sono in antitesi piena con la Dottrina sociale della Chiesa. Parlarne in questo numero del “Bollettino” ha quindi questo significato: avvertire un grande pericolo come condizione per potervi fare fronte. L’idea di portare l’uomo oltre l’uomo non è nuova. Era già presente nel mito di Prometeo, è contenuta nel racconto biblico della Torre di Babele, ed ha poi avuto una straordinaria spinta nell’epoca moderna. Nella Nuova Atlantide Francesco Bacone se ne fa sacerdote e il dominio completo sulla natura – il regnum hominis – diventa un paradigma programmatico generalizzato. Cartesio ne propone il “metodo” e la sua visione meccanicistica del mondo ne diventa lo strumento cognitivo. 

Lo strumento principale di questo progetto è la tecnica e a nessuno sfugge, quindi, come le ampie considerazioni sulla tecnica della Caritas in veritate di Benedetto XVI abbiano un vivo sapore di attualità e di urgenza (Benedetto XVI, Lett. Enc. Caritas in veritate, cap. VI: “Lo sviluppo dei popoli e la tecnica”). Anche la letteratura si è interessata del transumanesimo: Frankenstein di Mary Schilley e, soprattutto, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, descrivono un terrificante futuro che per noi oggi è purtroppo già realtà. È impressionante la chiaroveggenza di Huxley: le sue anticipazioni sul controllo sistemico sulla sessualità, la procreazione e l’eugenetica oppressiva e disumana assumono una straordinaria attualità oggi, epoca delle banche del seme, della fecondazione eterologa, dell’aborto sistematico e della sterilità omosessuale imposte come nuova ideologia. Gilbert K. Chesterton, da parte sua,  aveva denunciato i mali dell’eugenetica in un famoso suo libro, eugenetica che era frutto dei Lumi (Marco Marsilio, Razzismo un’origine illuminista, Vallecchi, Firenze 2006) e che ha avuto successo non solo nei regimi totalitari ma anche nelle illuminate democrazie occidentali, da quella statunitense a quella svedese.

Friedrich Nietzsche aveva annunciato l’Oltreuomo (Übermensch) e il suo grido era succeduto a quello della morte di Dio. Ma il progetto dell’oltreuomo provoca la morte dell’uomo e non la sua esaltazione. Anzi ne proclama il degrado ad animale. Non è un caso che mentre la tecnica e la medicina propongono un uomo che non soffre e non muore, i cui tessuti ed organi vengono ricostruiti quando si danneggiano, con il cervello collegato ad un computer centrale eterno e onnisciente, con inserzioni di chips elettronici nelle sinapsi e di protesi potenzianti e sostituibili, molti strampalati teorici vogliano il superamento dello specismo, ossia della superiorità dell’uomo sulle altre specie animali. Il transumanesimo diventa quindi transpecismo. Il primo vorrebbe essere un potenziamento (Enhancement) dell’uomo, il secondo una sua degradazione: sembra una contraddizione ma non  lo è. 

Dostevskij, ne I Demoni, aveva già previsto queste nuove ed estreme forme di nichilismo, compreso il loro esito finale. In un colloquio con l’anonima voce narrante del romanzo, Kirillov, l’ateo che ha deciso di suicidarsi, afferma che «- oggi l’uomo non è ancora quello che deve essere. Verrà l’uomo nuovo, felice e orgoglioso. Quello per cui sarà lo stesso vivere o non vivere, quello sarà l’uomo nuovo! Chi vincerà il dolore e la paura, sarà lui Dio. E quell’altro Dio non ci sarà più [...]. Dio è il dolore della paura di morire. Chi vincerà il dolore e la paura, diventerà lui stesso Dio. Allora ci sarà una vita nuova, un uomo nuovo, tutto nuovo … Allora la storia sarà divisa in due parti: dal gorilla fino alla distruzione di Dio, e dalla distruzione di Dio fino … - Al gorilla?». (Fëdor Dostoevskij,  I demonî, Einaudi, Torino 1994, p. 106)

Oggi si vuole andare verso l’uomo ibrido animale-macchina, potenziato nelle sue prestazioni tramite l’identificazione con la macchina e retrocesso nel suo valore tramite una evoluzione a rovescio a pura animalità. Come potrà la Dottrina sociale della Chiesa non confrontarsi con questi orizzonti oggi già attuali? Con la crescita del potere i pericoli aumentano e con essi le responsabilità. Quello che oggi le leggi già permettono o addirittura impongono e che giustamente preoccupa – dalla fecondazione artificiale alle teoria del gender – devono essere viste in un quadro più ampio all’interno del progetto del transumanesimo. In questo senso questo numero del “Bollettino” si collega con altri in precedenza pubblicati e ci permette di comprenderli meglio.

La Dottrina sociale della Chiesa c’è perché il mondo è gravato dal peccato e dalle strutture di peccato. Essa c’è per annunciare la salvezza di Cristo anche nelle realtà temporali. Ora, la Gnosi è la tentazione più grande, perché consiste nel peccato di superbia. Anche quello dei nostri progenitori è stato, in fondo, un peccato gnostico: non conoscere per salvarsi ma salvarsi conoscendo. Il transumanesimo è l’ultima versione, molto impetuosa, della Gnosi eterna. La Dottrina sociale della Chiesa non può non occuparsene. »

*Monsignor Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste presidente dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân

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