martedì 11 aprile 2017

AAA - Cercasi Santi Sacerdoti





Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera che vi presento, anche se non era firmata, scorrendola non ho trovato nulla che facesse pensare a qualcosa di malevolo o disdicevole, tale da non pubblicarsi; inoltre le cose scritte, in qualche modo potrei anche condividerle, ed è perciò che mi sono deciso ad acconsentire alla richiesta di questo anonimo amico augurandogli di riuscire a trovare quel che cerca!


SALVE (anzi!) SIA LODATO GESÙ CRISTO!

Vorrei pubblicare un annuncio di lavoro,  in verità avevo già tentato di inserirlo tra gli annunci del  "corriere del tramonto", o su il "teorema quotidiano" (hanno grandi tirature e grande credibilità), ma un annuncio come il mio credo non sia stato gradito (anzi rifiutato per sospetto di omofobia) e quindi mi rivolgo a Voi sperando in un vostro misericordioso accompagnamento per essere integrato con discernimento a quanto andrò ad esporre:

AAA CERCASI 

Sacerdote o Parroco con annessa parrocchia + canonica.

REQUISITI RICHIESTI (per il sacerdote):

Comprovata fede in NSGC (quello degli ultimi 2013 anni)
Comprovata fede nei Vangeli (anche senza registrazioni)
Comprovato amore per le anime/pecorelle smarrite e non
Laureato in Dogmatica, Teologia, Filosofia (non troppa)
Emulo ed imitatore di Santi sacerdoti quali:
San Giovanni Maria Vianney
San Giovanni Bosco
San Giuseppe Cottolengo
Sant'Alfonso Maria de Liguori
San Luigi Maria Grignion de Montfort
San Filippo Neri ecc. ecc. ecc.

ASTENERSI: 

Perditempo, 
Massoni, 
Modernisti, 
Giullari, 
Eretici, 
Relativisti, 
Soggettivisti
Preti di strada
Teologi della liberazione
Preti con hobby sessuali vari
Presidenti di mense eucaristiche

AAA - OFFRESI:

Sagrestano a tempo pieno
Disponibilità immediata su tutto il territorio nazionale
Lavoro feriale e festivo non stop
Minime capacità ma con buona volontà di apprendimento
Disposto ad integrare il lavoro di sagrestano con quello di organista, campanaro e portiere e last but not least il tutto a titolo assolutamente volontaristico e gratuito (mi basta soltanto un tozzo di pane la sera e un giaciglio di crine nel sottoscala della canonica).

PERCHÉ?

Perché lo scopo è quello di trovare un santo sacerdote fedele alla Chiesa di: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre!», per rimanere saldi nella fede e poter affrontare le eresie, le apostasie, le menzogne dottrinali che stanno avanzando e tentano di distruggere la Santa Chiesa così come ci era stata trasmessa da testimoni e martiri nei secoli amen.

APPELLO FINALE:

A tutti i sacerdoti con i requisiti richiesti (e dimostrati) che non volessero imbarcarsi un sagrestano sgangherato come me, chiedo di avere coraggio, di dimostrarsi veri pastori del gregge di Gesù e di alzare la voce per essere sentiti anche dalle pecore che si fossero perse nel deserto (Lc 15, 4-5), di accendere la lampada ma di non nasconderla sotto il moggio ma piuttosto metterla sul candelabro (Mc 4, 21-25), in questi tempi tempestosi, perchè sappiamo tutti che Gesù è sulla nave nella tempesta e che la calmerà, ma credo che voglia anche il nostro (vostro) aiuto.


Che dire? L'appello finale ci ricorda che i sacerdoti hanno una grande dignità, ma molti in questi tempi la stanno gettando alle ortiche, per pavidità, per essere alla moda, per poca o nulla fede, ma noi che siamo le pecore del gregge, dobbiamo incoraggiare e seguire solo quei sacerdoti che si dimostrano fedeli al Gesù di sempre anche a costo di subire derisioni o persecuzioni; questi argomenti mi hanno fatto tornare in mente una bella omelia di un sacerdote come quelli di cui va in cerca il nostro sagrestano, ripropongo quindi l'omelia di don Leonardo Maria Pompei:


Titolo dell'omelia: La grande dignità del sacerdozio






domenica 9 aprile 2017

Il Card. Robert Sarah e la difesa della liturgia


Il prefetto della Congregazione per il Culto divino, il guineiano cardinale Robert Sarah, di cui ho già avuto modo di parlare in un mio post precedente, è intervenuto , sia pure in modo virtuale al 18° incontro liturgico di Colonia tenutosi a Herzogenrath in Germania dal 29 marzo al 1°aprile di quest'anno 2017, inviando un messaggio scritto (a causa della impossibilità sua di partecipare fisicamente per altri impegni che non sindachiamo); il tema dell'incontro intitolato "La sorgente del futuro" ha riguardato il decimo anniversario del Motu proprio Summorum pontificum di Benedetto XVI. La sua relazione originale in francese la si può trovare a questo link, mentre tutto il corposo testo del suo intervento tradotto in italiano lo si può trovare a questo link,  ma il suo intervento ha richiamato subito l'attenzione di molti che ne hanno fatto già almeno una sintesi di quanto affermato dal Prefetto Card. Sarah. E' un intervento importante, e di questi tempi, controcorrente e coraggioso, a favore dell'importanza del Motu proprio Summorum potificum all'interno della liturgia della Chiesa Cattolica, ma è anche un'appassionata difesa della liturgia stessa che il Card. Sarah denuncia essere stravolta quando afferma che: 

«noi non possiamo chiudere gli occhi sul disastro, la devastazione e lo scisma che i promotori moderni di una liturgia viva hanno provocato rimodellando la liturgia della Chiesa secondo le loro idee. Essi hanno dimenticato che l'atto liturgico è, non soltanto una preghiera, ma anche e sopratutto un mistero nel quale si realizza per noi qualche cosa che noi non possiamo comprendere pienamente, ma che noi dobbiamo accettare e ricevere nella fede, nell'amore, nell'obbedienza e nel silenzio adoratore. E questo è il vero senso della partecipazione attiva dei fedeli».

Il prefetto del Culto divino continua:  

«La liturgia deve sempre riformarsi per essere più fedele alla sua essenza mistica. Ma per molto tempo, questa “riforma” che ha sostituito il vero “restauro” voluto dal concilio Vaticano II, è stata realizzata con uno spirito superficiale e sulla base di un solo criterio: sopprimere a tutti i costi un patrimonio percepito come totalmente negativo e sorpassato, al fine di creare un abisso tra il prima e il dopo concilio. Ora si tratta di riprendere la Costituzione sulla santa Liturgia [Sacrosantum concilium] e di leggerla onestamente, senza tradirne il senso, per vedere che il vero obiettivo del Vaticano II non era quello di intraprendere una riforma che potesse divenire l'occasione di rottura con la Tradizione, ma al contrario, di ritrovare e di confermare la Tradizione nel suo significato più profondo»

Il Card. Sarah rimarca che dove il motu proprio è stato accolto: 

«si è potuta notare una ripercussione e una evoluzione spirituale positiva nel modo di vivere le celebrazioni eucaristiche secondo la forma ordinaria [del rito], in particolare la riscoperta degli atteggiamenti di adorazione verso il Santo Sacramento (...), e anche un maggior raccoglimento caratterizzato dal silenzio sacro che deve sottolineare i momenti importanti del Santo Sacrificio della messa, per permettere ai preti e ai fedeli di interiorizzare il mistero della fede che viene celebrato»

D'altra parte, sempre il Card. Sarah spiega che: 

«occorre superare un certo “rubricismo” troppo formale spiegando i riti del Messale tridentino a quelli che non li conoscono ancora, o li conoscono in un modo parziale»

Il Card. Sarah come Prefetto del Culto Divino continua: 

«la crisi che scuote la chiesa da circa una cinquantina d'anni, soprattutto dopo il concilio Vaticano II, è legato alla crisi della liturgia, e quindi dal mancato rispetto, la desacralizzazione e la riduzione alla dimensione orizzontale degli elementi essenziali del culto divino» 

[...] 

«C'è una grave crisi di fede, che dobbiamo riconoscere, non solo a livello dei fedeli, ma anche e sopratutto presso numerosi preti e vescovi, che ci ha messo nell'incapacità di comprendere la liturgia eucaristica come un sacrificio, come atto identico, compiuto una volta per tutte da Gesù Cristo, e che rende presente il Sacrificio della Croce in una maniera non cruenta, ovunque nella Chiesa, attraverso tutti i tempi, luoghi, popoli e nazioni. Si ha spesso la tendenza sacrilega di ridurre la Santa messa a un semplice pasto conviviale, alla celebrazione di una festa profana e a una auto-celebrazione della comunità, o peggio ancora, a un mostruoso intrattenimento contro l'angoscia di una vita che non ha più senso, o contro la paura di incontrare Dio faccia a faccia, perché il suo sguardo svela e ci obbliga a guardare in verità la nostra interiorità» 

[...] 

«Molti ignorano che la finalità di tutte le celebrazioni è la gloria e l'adorazione di Dio, la salute e la santificazione degli uomini, poiché, nella liturgia, “Dio è perfettamente glorificato e gli uomini santificati (Sacrosantum concilium n° 7). Questo è l'insegnamento del Concilio, una maggioranza dei fedeli, preti e vescovi compresi, lo ignorano» 

[...] 

«Come ha spesso sottolineato Benedetto XVI, alla radice della liturgia si trova l'adorazione, e quindi Dio. Pertanto, bisogna riconoscere che la grave e profonda crisi che, dopo il Concilio, influenza e continua a influenzare la liturgia e la stessa Chiesa, è dovuta al fatto che il suo centro non è più Dio e la sua adorazione, ma gli uomini e la loro pretesa capacità di “fare” qualche cosa per occuparsi durante la celebrazione eucaristica. Anche oggi, un numero importante di ecclesiastici sottostimano la grave crisi che attraversa la Chiesa: relativismo nell'insegnamento dottrinale, morale e disciplinare, gravi abusi, desacralizzazione e banalizzazione della santa liturgia, visione puramente sociale e orizzontale della missione della Chiesa. Molti credono e affermano in modo alto e forte che il concilio Vaticano II ha suscitato una vera primavera nella Chiesa. Tuttavia, un numero crescente di di ecclesiastici stanno prendendo in considerazione questa “primavera” come un rifiuto, una rinuncia del patrimonio secolare, a anche come una rimessa in causa radicale del passato della Chiesa e della sua Tradizione. Si accusa l'Europa politica di abbandonare o di negare le sue radici cristiane. Ma la prima ad avere abbandonato le sue radici e il suo passato cristiano, è incontestabilmente la Chiesa cattolica postconciliare»

Il prefetto del Culto divino infine termina il suo articolato messaggio chiedendo:

«di applicare Summorum pontificum con grande cura; non come una misura negativa e retrograda, rivolta al passato, o come qualcosa che costruisce dei muri e crea dei ghetti, ma come un importante e vero contributo all'attualità e al futuro della vita liturgica della Chiesa»

Alla luce di quanto affermato dal Card. Robert Sarah a questo incontro liturgico di Colonia ed esposto in questo Post in maniera sommaria e certamente non esaustiva (per tutto il suo discorso rimando al link che ho già segnalato in precedenza), ritengo essere il Card. Sarah un uomo di grande coraggio, di acuta intelligenza e di vera fede, che ama il gregge che gli è stato affidato, pronto a testimoniare la Verità anche a costo della vita, e come diceva San Pio da Pietrelcina, «chi afferma la Verità poi deve testimoniarla»; proprio quello che sta facendo energicamente il Card. Robert Sara; non sono queste poche (o molte) parole dette in questo suo documento che mi fanno avere nei suoi confronti una stima assoluta; tutta la sua vita raccontata nel suo celebre libro "Dio o niente" (libro che consiglio caldamente) è lì di esempio per tutti quei cristiani smarriti, dubbiosi, tiepidi, e (se ancora lo fanno) in cerca di testimoni rocciosi della vera fede in Gesù Cristo. Ebbene Robert card. Sarah è uno di quegli uomini che (se possibile) andrebbe clonato per farne 10, 100, 1000 copie e anche più, la Chiesa attuale, compendio di relativismo, soggettivismo, confusione dottrinale e pastorale, da uomini come lui potrebbe trarne solo un gran bene. Se poi molti fossero portati a credere che in realtà - nella Chiesa - tutto va bene madamalamarchesa; provare per credere, dovrebbero leggersi qualche articolo, dove senza esagerazioni vengono elencati abusi liturgici, incoerenze dottrinali che rasentano l'eresia e comportamenti di consacrati che dimostrano che ormai a ciò che fanno e dicono non ci credono più; come esempio riporto un brano da: "È la Sposa di Cristo o il Circo Barnum?" di francesco Lamendola:

«[...] L’elenco potrebbe continuare a lungo, ma preferiamo fermarci qui. Abbiamo incontrato ballerini, acrobati, ginnasti, baritoni e soprani, burattinai e burattini, ciclisti, spruzzatori d’acqua benedetta con le armi di plastica, barman e animatori da villaggio turistico, guitti, comici, pagliacci, papi che fanno le corna ai fedeli, monsignori che celebrano il peccato e si fanno ritrarre sugli affreschi inneggianti all’omofilia. E potevamo parlare di molti altri allegri preti modernisti e progressisti, come il tedesco Wolfgang Stowasser, che dice messa facendo entrare in un canotto, presso l’altare, sei ragazzi della sua parrocchia, i quali si mettono a pagaiare nel mare immaginario, mentre lui stesso dà il buon esempio, agitando la sua brava pagaia. La sfilata dadaista è quasi completa: mancano solo i mangiatori di spade e i mangiatori di fuoco, le donne cannone, i trapezisti (almeno per adesso; non si sa mai…) e i domatori di tigri. Tutti gli altri ci sono: ce n’è più che a sufficienza per metter su uno show da fare invidia al Circo Barnum. Infatti. Poiché questa sembra essere la ratio, se pur ve n’è una, di così ampia e variegata strategia “pastorale”: ridurre il culto cattolico a spettacolo da baraccone, evidentemente nella speranza di non restare a corto di pubblico pagante….»

Cosa dite? ho esagerato? allora sentite qua cosa dice padre Giorgio maria che ha trattato di questo argomento, appunto in tre omelie che riporto tutte da ascoltare con attenzione:


La 1° omelia del 4/4/2017: 

La disgrazia più grande é morire nel nostro peccato



La 2° omelia del 5/4/2017
La crisi grave e profonda che affligge la Chiesa e la Liturgia



La 3° omelia del 7/4/2017
Silenzio, adorazione, formazione liturgica