sabato 21 maggio 2016

Torneremo nelle catacombe?




Siamo nel XXI° secolo, le sorti magnifiche del progresso, scientifico, tecnologico, sociale ed etico sono sotto ai nostri occhi, il progresso deve andare avanti e stritolare chi non vuole o riesce a stare al passo e sembra che a non riuscire a tenere questo passo siano soprattutto i cristiani specialmente i cattolici; il mondo laico, laicissimo anzi laicista, ma aggiungo anche totalitario, (ne ho parlato qui) ha fretta e vuole (!!!) lasciarci indietro, siamo un peso per i progetti futuri di questa élite mondialista; i sudditi di questo nuovo mondo non avranno, non dovranno, aver tempo per roba vecchia come il Cattolicesimo; nei progetti futuri se ci sarà una religione ad uso e consumo dei sudditi, sarà una religione di tipo sincretistico che sostanzialmente unirà tutte le religioni, le fedi e le scuole di pensiero, al di là dei dogmi e delle differenze formali ed esteriori; sarà una religione che mescolerà dottrine, liturgie e pratiche spirituali in una nuova dottrina, una nuova religione mondiale. A questa élite non interessa granché la religione in se stessa ma è funzionale al controllo delle masse di sudditi che la fruiranno e dalla quale saranno plasmati, ecco perché quella vecchia e brutta religione cattolica dà a loro fastidio, i cattolici (veri) sono liberi  [«Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi». (Gv 8, 31-32)] e "loro" non vogliono persone libere, vogliono sudditi obbedienti come spiegato in questo libro. La trama di questo libro sembra avvicinarsi pericolosamente alla realtà (o viceversa) dei nostri giorni, e in prospettiva dei giorni immediatamente futuri che saremo forse costretti a vivere. Ne ho il timore per quanto accade intorno a noi e che viene dettagliatamente raccontato in questi articoli che riporto interamente:

Dopo la Cirinnà è a rischio la libertà religiosa

di Stefano Fontana   (20-05-2016)  

www.lanuovabq.it

L’approvazione del disegno di legge Cirinnà sul riconoscimento delle convivenze di fatto e delle unioni civili tra persone dello stesso sesso avrà delle conseguenze negative di rifiuto della libertà di religione e di oppressione per la vita della religione cattolica in particolare. Quando l’autorità politica disciplina una qualche realtà di fatto le conferisce un riconoscimento non solo giuridico ma anche politico. Col riconoscimento giuridico, l’autorità politica dichiara che quella situazione di fatto è buona, apprezzabile ed utile per il bene comune e per questo esprime una serie di diritti delle persone coinvolte che lo Stato deve proteggere e promuovere. Nel caso delle unioni tra persone dello stesso sesso, il riconoscimento giuridico implicitamente afferma che esse sono utili per il bene comune e, quindi, che lo Stato d’ora in avanti proteggerà e promuoverà i diritti personali che ne nascono. Non si tratta di situazioni eccezionali tollerate per motivi particolari. Questo è il passaggio che stanno avendo tutte le questioni cosiddette “etiche”, come per esempio l’aborto o, appunto, le unioni tra omosessuali: dallo stato di eccezione alla normalità di diritto.

E’ evidente, per questo motivo, che lo Stato, una volta approvata la legge, dovrà pretendere in tutti i campi l’equiparazione tra unione civile e matrimonio. Non potrà tollerare, almeno di diritto se non di fatto, zone extraterritoriali in cui tale equiparazione non venga rispettata e le coppie unite da matrimonio omosessuale vangano discriminate. Proprio questo collide con il principio della libertà di religione soprattutto nel campo dell’educazione, in quello della solidarietà e, infine, in quello strettamente ecclesiastico.

Nelle scuole pubbliche statali diventerà obbligatorio educare ad una sessualità non solo eterosessuale ma anche omosessuale. La Cirinnà non ne parla direttamente, ma è facile capire che, senza aspettare l’eventuale approvazione del ddl Fedeli che riguarda l’insegnamento gender nelle scuole statali, già essa pone le basi per questo obbligo. Obbligo da estendersi a tutto il sistema scolastico pubblico, comprese le scuole paritarie cattoliche o di altro orientamento filosofico o religioso. Le maglie si stringeranno e le scuole paritarie cattoliche non potranno opporsi all’obbligo di insegnare pariteticamente i vari modelli di sessualità, di famiglia e di genitorialità che lo Stato ha riconosciuto come legali e quindi come portatori di benefici per il bene comune. Le scuole paritarie cattoliche non riflettono a fondo su questo imminente pericolo. Lo fanno però alcuni genitori che si stanno già attrezzando in scuole parentali. Sappiano però che anche questa via, che la legislazione odierna permette, potrebbe domani essere sbarrata. Di recente il ministro della pubblica istruzione del Belgio ha detto che intende impedire che i genitori possano sottrarre i figli alla scuola statale per motivi confessionali. Come oggi lo Stato impedisce ai genitori di esonerare i figli dai corsi sulla sessualità e contro il bullismo omofobico appaltati alle associazioni LGBT, domani potrebbe impedire loro di istruire i figli a casa.

Uguale discorso va fatto per le molteplici realtà religiose nel campo della carità sociale. Come un consultorio cattolico fatica a non emettere la certificazione che fa transitare le donne verso l’aborto legale pena il taglio dei finanziamenti, così diventerà presto impossibile rifiutarsi di dare in affido o in adozione un bambino di strada ad una coppia omosessuale. Le Suore di Madre Teresa si rifiutano di farlo, ma su questo terreno la strada sarà per tutti in salita. Il braccio di ferro tra la Chiesa americana e la riforma sanitaria del presidente Obama insegna.

In un ambito più strettamente ecclesiastico, è altrettanto chiaro che affermare in pubblico da parte di un sacerdote o di un uomo di Chiesa un insegnamento religioso o morale lesivo dell’uguaglianza tra unione civile omosessuale e matrimonio naturale diventerà ben presto reato. Per l’Italia non sarà necessario aspettare l’approvazione del ddl Scalfarotto. Già la Cirinnà pone le basi per tutto questo. In Francia, se un sacerdote dall’ambone critica una legge dello Stato rischia da 3 a 6 mesi di reclusione. Non credo sia per questo che in Italia non si sente più nessun sacerdote che in un’omelia parli di aborto o di omosessualità, però il problema esiste ed è senz’altro lesivo della libertà di religione. Abbiamo già avuto il caso di qualche vescovo costretto ad asseragliarsi in episcopio per aver detto che l’omosessualità è un disordine, in futuro vescovi di questo tipo, se ce ne saranno ancora, potrebbero subire pressioni più gravi.

Del resto, la legge Cirinnà non parla in nessun caso di diritto all’obiezione di coscienza per motivi morali o religiosi. Un insegnante di scuola cattolica o un catechista di parrocchia non potrà fare obiezione di coscienza davanti all’imposizione di parlare in un certo modo dell’omosessualità. E, se non farà, come è probabile che avvenga in ampia misura, una preventiva censura condiscendevole verso i nuovi orientamenti, incontrerà seri guai. Come oggi viene licenziata una farmacista di una farmacia comunale che si rifiuti di vendere la pillola del giorno dopo perché potenzialmente abortiva, così in futuro un insegnante o un catechista subiranno pressioni ed angherie per aver continuato ad insegnare quanto è diventato proibito. La Chiesa diventerà Chiesa del silenzio oppure, se vorrà convivere senza essere perseguitata, dovrà non entrare più in nessuno di questi argomenti.

L’attacco è alla libertà di religione in generale, però sarà soprattutto la Chiesa cattolica a pagare. Le comunità luterane e protestanti non subiranno particolari angherie dal nuovo sistema di dominio in quanto su questi temi non hanno una dottrina né un’autorità religiosa che la faccia valere.  Le varie correnti protestanti – pur con le dovute eccezioni – si integrano abbastanza facilmente in quanto il mondo desidera da loro. Molte di esse hanno già accettato il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Le comunità islamiche, che sono contrarie a queste leggi, vengono comunque tollerate dai poteri politici che tendono a non infastidirle, avendone anche paura. Alla fine non rimangono che i cattolici, non tutti dato che la secolarizzazione ha influenzato molto anche la Chiesa cattolica, come dimostrato dalle recenti inopinate aperture anche di personalità ecclesiastiche all’approvazione della legge Cirinnà e quindi al riconoscimento delle unioni civili tra persone omosessuali.

Il futuro sarà duro per la libertà di religione e specialmente per la libertà religiosa dei cattolici che vogliano rimanere fedeli alla propria dottrina e tradizione. Ad essi verrà progressivamente impedito di stabilire un nesso vitale tra la propria religione e la costruzione della comunità politica e saranno spinti sempre di più verso una religione privata, dato che per Dio non c’è più nessuno spazio pubblico. Se la fede non si congiunge con la ragione almeno sui temi del matrimonio, della famiglia e della procreazione, tutti frutti della creazione, essa perde qualsiasi pretesa e possibilità di esprimersi in pubblico.



.... e sempre seguendo questi ragionamenti:


L'ora è di smarrimento, ma la speranza non va perduta

di Stefano Fontana* (12-05-2016)   

www.lanuovabq.it

Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 11 maggio 2016 la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge Cirinnà sulle Unioni civili. A meno di un atto del Presidente della Repubblica che può rinviare le leggi approvate al Parlamento, atto possibile ma improbabile, l’Italia ha quindi una legge che riconosce giuridicamente le convivenze di fatto tra persone eterosessuali e le unioni civili tra persone omosessuali. La coppia omosessuale è completamente paragonata alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Lo stralcio della stepchild adoption (l’adozione del figlio del partner) dal testo della legge non ha modificato l’impianto generale della stessa e, anzi, sarà prossimamente fonte di altre preoccupazioni avendo il governo annunciato di voler rivedere la legge sull’adozione, appunto per permettere per quella via l’adozione da parte delle coppie omosessuali.

Il contenuto della legge ha gravissime conseguenze sociali. Il matrimonio e la famiglia sono potenzialmente distrutte. Tutto l’ordinamento giuridico, da una legge nazionale fino al regolamento di una scuola, dovrà essere inteso d’ora in poi come applicabile ad ogni tipo di famiglia. Tutte le politiche familiari – fiscali, abitative, scolastiche, giovanili, sanitarie …, dovranno essere svolte indifferentemente per le coppie eterosessuali sposate e con figli e per le coppie omosessuali naturalmente non fertili. L’omosessualità viene considerata utile per il bene comune e, quindi, dovrà essere insegnata nelle scuole accanto ad altre forme di relazione sessuale. Già oggi lo si fa ampiamente, ma di fatto. Da domani lo si dovrà fare di diritto.

La società viene concepita non come originata dalle famiglie, ma come una somma di individui che hanno diritto al riconoscimento dei loro desideri, qualsiasi essi siano, al di fuori di ogni norma naturale. Tra il potere politico che riconosce questi diritti e le lobbies che li promuovono si stabilirà una saldatura potente che stritolerà chiunque si ponga in mezzo. Non sarà più possibile parlare di bene e di verità nella sfera pubblica.

La strada è aperta all’approvazione di altre leggi nefaste e ingiuste, che stavano aspettando il lasciapassare della Cirinnà. Il ddl Fedeli, per esempio, che renderà obbligatorio l’insegnamento gender nelle scuole. Oppure il ddl Scalfarotto che impedirà di dire in pubblico ciò che si pensa a proposito dell’omosessualità e dell’omosessualismo. Si arriverà, come già ricordato sopra, all’adozione dei minori da parte di coppie omosessuali e, tramite la fecondazione eterologa, ormai completamente sdoganata dalle sentenze giudiziali e della Corte costituzionale, a forme di “famiglia” aperta e incrociata all’interno della quale i legami naturali saranno solo un ricordo.

La legge approvata dal Parlamento è ingiusta, dannosa, tragicamente contraria al bene della persona, della famiglia e della società. Il Presidente del Consiglio si dichiara cattolico. L’onorevole Boschi, ministro per i rapporti per il Parlamento si dichiara ripetutamente cattolica e, sono parole sue, «formatasi alle Giornate della gioventù volute da Giovanni Paolo II». Molti onorevoli del Partito democratico si dicono cattolici e i giornali li chiamano in gergo cattodem. A giungere in aiuto al governo in occasione della votazione al Senato erano giunti i parlamentari del gruppo guidato da Alfano, che si dicono cattolici. Molti deputati che hanno votato contro la legge Cirinnà appoggiano però il governo e continueranno ad appoggiarlo nonostante il loro voto contrario alla legge in questione. Questo panorama è squallido e indecoroso. Molti cattolici ne sono scandalizzati.

Durante il lungo percorso parlamentare del ddl Cirinnà, la base cattolica, e non solo, del nostro Paese si è mobilitata dando vita a due Family Day nel giugno 2015  e nel gennaio 2016. Le persone semplici che si sono assunte questo onere hanno salvato la faccia del mondo cattolico e il buon nome dell’Italia. Molte associazioni non si sono mai mobilitate e si sono adattate agli avvenimenti, quando non li hanno esse stesse promossi. Da parte della gerarchia ecclesiastica è prevalso il silenzio, quando non una comunicazione fuorviante. Nessuna traccia della Nota che i Vescovi avevano pubblicato nel 2007. Molti documenti del magistero, come la Nota della Congregazione della Dottrina della fede del 2003, sono stati trascurati o dimenticati.

Il governo è arrivato a far approvare la legge sulle Unioni civili con una arroganza politica mai vista in precedenza. Sia al Senato prima sia alla Camera poi, ha posto la fiducia. Fatto assolutamente inusitato, trattandosi di una legge ad alto contenuto etico ed antropologico che chiamava direttamente in causa la coscienza dei parlamentari. La posizione della fiducia ha impedito il confronto parlamentare e ha obbligato i parlamentari ad un voto politico. Così la politica ha schiacciato l’etica. Il governo ha completamente impedito una seria discussione parlamentare anche evitando di far passare il testo di legge in Commissione o blindandone il testo. Non era mai capitato prima, sicché molti osservatori hanno espresso vivo allarme per la democrazia.

In quest’ora drammatica e pericolosa, mentre non possiamo sperare niente dalle coscienze, anche cattoliche, che hanno deciso di adattarsi al vincitore di oggi e al pensiero unico di cui è portatore, la speranza può venire sia da un residuo di uomini politici che si sono finora opposti alla legge sulle unioni civili in Parlamento, spesso con grave sforzo personale e disagio, sia dalla coscienze più avvertite presenti nel Paese. È auspicabile che i primi diano corpo a iniziative politiche condivise e trasversali anche puntando su prossimi appuntamenti referendari; i secondi si uniscano e si mobilitino per far sentire che il Paese reale non corrisponde a quello delle lobbies e delle gerarchie del Palazzo.

La speranza ultima però viene dalla fede nell’aiuto del Signore e dall’uso delle forze della ragione che Egli ha posto in tutti noi. Nei momenti di sbandamento generale bisogna aggrapparsi con maggiore forza a Ciò Che Conta e lì ritrovare la forza e il coraggio di riprendere la lotta.

* Direttore dell'Osservatorio Cardinale Van Thuân sulla dottrina sociale della Chiesa

Proseguo il mio commento...

Quindi ecco spiegato il titolo del post: c'é un "potere" che ha dalla sua parte tutta la finanza e i capitali necessari, tutta la forza dei mass-media e della propaganda attuata attraverso gli strumenti di persuasione quali possono essere i film, la musica leggera (rock, pop), la televisione e internet, hanno anche il controllo politico di interi stati che legiferano su temi delicatissimi e scottanti quali sono quelli di natura morale ed etica fondanti la nostra stessa convivenza sociale; con questa massa d'urto, il "nuovo ordine mondiale" vuole eliminare il cristianesimo dalla faccia della terra e questo suo fine lo sta portando avanti da almeno tre secoli da quando nel 1717 nacque la "Prima gran loggia d'Inghilterra", ebbene sì il nemico mortale del cristianesimo è stato ed è la Massoneria, ....ehh ma va là...  (dirà più di uno...); parlare di massoneria è un po' generico e anche un po' qualunquista, ma solo perché é il nome stesso che é troppo generico; il "potere" che si cela e sottostà alla massoneria  potremmo chiamarlo in decine di altri modi, questo "potere" é una filosofia che ha nutrito decine di movimenti, si è diramato in decine di organizzazioni apparentemente scollegate e distanti tra loro per finalità e scopi ma come nel detto latino " Motus in fine velocior" che possiamo tradurre in "verso la fine il moto si fa più veloce", noi possiamo scorgere l'unità di intenti di tutte queste organizzazioni politiche economiche e culturali e lo sforzo congiunto per arrivare il più presto a questo stravolgimento epocale e mondiale, se i progetti di questa filosofia sono partiti lentamente tre secoli fa, via via si fanno sempre più pressanti, hanno fretta, da una parte credono di scorgere la realizzazione dei loro sogno, dall'altra parte, temono di non riuscire a compiere la loro opera, un mondo, una società in cui non ci sarà posto per il cristianesimo e allora come un leone ferito, diventano più aggressivi e pericolosi. Qui il ragionamento si allarga a dismisura e ci vorrebbero (e forse ci saranno) altri post per approfondire i legami tra (per esempio) capitalismo e marxismo, mondialismo e fabianesimo ecc. Quello su cui si sono soffermati i due articoli sopra citati è invece il pericolo immediato che corre la Chiesa e noi con Lei tale da chiedermi se: Torneremo nelle catacombe? Riusciranno a ricacciarci?

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