sabato 21 maggio 2016

Non dobbiamo tradire Gesù come Giuda


L'altro giorno (venerdì 20 maggio) era il Venerdì della VII settimana delle ferie del Tempo Ordinario e il Vangelo era questo:

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 10,1-12.
In quel tempo, Gesù, partito da Cafarnao, si recò nel territorio della Giudea e oltre il Giordano. La folla accorse di nuovo a lui e di nuovo egli l'ammaestrava, come era solito fare.
E avvicinatisi dei farisei, per metterlo alla prova, gli domandarono: «E' lecito ad un marito ripudiare la propria moglie?».
Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?».
Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di rimandarla».
Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma.
Ma all'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina;
per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.
Sicché non sono più due, ma una sola carne.
L'uomo dunque non separi ciò che Dio ha congiunto».
Rientrati a casa, i discepoli lo interrogarono di nuovo su questo argomento. Ed egli disse:
«Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio contro di lei;
se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio».

Ho associato questo Vangelo con le infinite e controverse interpretazioni dell'Esortazione Apostolica "Amoris Laetitia" a quanto detto in questa omelia da padre Giorgio Maria, ascoltiamola attentamente:







Buon ascolto!

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