mercoledì 12 ottobre 2016

Complotti, complottisti e teoria del complotto




Se cerchiamo sul dizionario la parola complotto, troviamo: "Cospirazione, congiura, intrigo ai danni delle autorità costituite o di persone private". Quindi è un'azione condotta da più persone, mediante un accordo segreto, mirante ad alterare o sovvertire una situazione sociale consolidata. Le componenti essenziali sono la segretezza e l'intento malevolo, tali azioni possono determinarsi come atti illegali o immorali e pertanto  possono essere perseguite in quanto finalizzate a commettere un atto illegale. E fin qui stiamo parlando del complotto in quanto tale, ma nell'uso corrente la parola complotto ha via via cambiato di significato ed indica non chi attua tale azione ma chi credendo alla sua esistenza, ne ricerca notizie o ne diffonde timori. Da questa trasformazione del significato ne discende la parola "complottista" e "complottismo" che in realtà con colui che "complotta" cioè attua un'azione in modo segreto finalizzato a...  ecc...  non centrano un bel niente. Ecco che allora il "complottista" viene connotato in senso dispregiativo come un paranoico che tende a credere alle più svariate teorie alternative denominate appunto "teorie del complotto" a causa della mancanza di prove portate a sostegno di tali teorie. Gruppi di potere o individui, possono avere interesse a screditare coloro i quali li accusano di crimini reali o immaginari, e l'etichetta di "teoria del complotto" può essere, anzi è stata utilizzata per denigrare, squalificare o deridere i dissidenti politici o sociali. Chi per motivi di interesse vuole obiettare alle accuse ricevute, cerca di screditarle sostenendo che  le accuse sono formulate senza logica o formulate in maniera contorta e che  a sostegno delle accuse non ci sono prove o prove insufficienti. A loro volta i sostenitori delle accuse potrebbero affermare che le persone potenti coinvolte nella cospirazione nascondono, distruggono od offuscano le prove e che gli scettici potrebbero essere politicamente motivati o avere interesse a mantenere lo status quo. Insomma il "complottista" come oggi lo si intende trascende il paranoico; il "complottista" è colui che non accontentandosi della versione fornita dalle fonti ufficiali elabora ipotesi alternative e spesso critiche alle versioni ufficiali per arrivare a oltrepassare la verità comunemente e supinamente accettata dall'opinione pubblica e riuscire a formulare, anche in base a dubbi eclatanti riscontrati nelle versioni ufficiali, quale possa essere la Verità circa gli avvenimenti presi in oggetto. Se intendiamo i termini "complotto" e "complottista" nella maniera esplicata nelle ultime righe - ovvero che se c'è qualcuno che si interroga su possibili diversi e alternativi motivi che abbiano causato un evento - a costoro dobbiamo dare anche un minimo di fiducia e credibilità e non da subito bollarli come paranoici (o stupidi) salvo poi verificare i risultati di queste indagini "complottiste", nel senso che, le molte versioni fornite da fonti ufficiali su eventi di grande coinvolgimento emotivo o di eventi che suscitano forte impressione nell'opinione pubblica -  come ad esempio eventi tragici di grandi disastri civili, ambientali, o atti terroristici - non possono essere dichiarate come unica e assoluta verità.

Ciò premesso, mi sono letto oggi un articolo che sembra dare ragione a chi considera i complottisti "solo" quelli di tipo paranoico o peggio, ma come si è detto, non si può fare di  ogni erba un fascio, non tutti i "complottismi" sono beceri e paranoici, ci sono anche dubbi che vale la pena esplorare.

Quel vizio congenito e idiota di complottare su tutto

di Rino Cammilleri -  http://www.lanuovabq.it

«I rettiliani, la base dei nazisti al Polo, il Priorato di Sion, il complotto per diffondere l’Aids, l’occultamento del raggio della morte di Marconi, l’occultamento del cronovisore costruito da padre Pellegrino Ernetti nei sotterranei dell’Università cattolica, la cospirazione degli archeologi per non farvi sapere quanto siano antiche le piramidi, le attività segrete della setta degli Illuminati che dal Settecento cerca di governare il mondo, l’omicidio Pasolini…».

Ma anche: Elvis è vivo e Paul McCartney è morto, gli alieni nell’Area 51, le scie chimiche, l’11 settembre, il falso allunaggio, Kennedy… Perché non possiamo fare a meno di immaginare complotti? E’ un vizio giacobino (Robespierre non faceva altro che “smascherarne”) e comunista (le «forze oscure della reazione») o è congenito? Matteo Sacchi, nel suo gustoso pamphlet Il complottismo è servito (Edizioni del Giornale, pp. 20, €. 2,50) opta per la seconda soluzione, ricordando gli «untori» manzoniani (del 1630) ma anche i «ladri di bambini» della Parigi del 1750.

E si potrebbe andare ancora indietro, ai tempi in cui le epidemie inesplicabili dalla medicina venivano attribuite agli avvelenatori di pozzi, o ai Romani che descrivevano i cristiani come cannibali e incestuosi. Si dirà che erano tempi di ignoranza, come quelli attuali in cui i talebani impediscono le vaccinazioni, e anche il cinema impazza coi complotti della Cia, delle multinazionali, dei servizi deviati. Il Sessantotto ce lo ha riportato alla grande, il complottismo, così che il «chissà che cosa c’è dietro» è ormai diventato un modo diffuso di pensare.

E ministri devono perdere tempo a rispondere in Parlamento a interrogazioni sulle scie chimiche, gli ogm, gli ufo, la P4. Giovanni Paolo I? Avvelenato, lo sanno tutti. Manuela Orlandi? Eh…! Perfino il naufragio della Concordia, avvenuto a 99 anni e 9 mesi da quello del Titanic. Tre 9. Che, capovolti, fanno 666. Ora, tutto questo non vuol dire che complotti non ce ne siano.

Prendete, per esempio, la campagna mondiale Lgbt e quella di Soros. Ma è un «complotto» alla luce del sole, dichiarato. Chiunque abbia una idea in testa e i soldi per diffonderla «complotta». Lo farei anch’io. Solo che il complottismo universale è altra cosa, e pecca di ingenuità. Infatti, presuppone che il nostro prossimo sia molto più intelligente di quel che è. Si pensi all’onnipotente Cia: con i suoi flop, le sue dabbenaggini, gli errori dilettanteschi si potrebbe riempire un (grosso) volume. E gli altri servizi segreti del mondo non sono da meno: 007 vince sempre al cinema, mica davvero. Lo stesso vale per Rambo e i suoi epigoni.

Più un complotto è vasto e meno regge. Infatti, come fa un segreto a rimanere tale quando è condiviso da migliaia di persone? Per esempio, il «complotto» arabo-israeliano (sic!) delle Twin Towers richiedeva tante e tali complicità da rendere impossibile che in tutti questi anni non sia trapelato niente. Sì, perché il più delle volte il «complotto» non è che una castroneria iniziale, che poi si cerca di coprire o rimediare facendo sparire chi se ne è accorto; ma, così facendo, si allarga a tal punto il numero degli implicati da creare, semmai, una specie di Frankenstein che non si sa più come fermare.

Altro che complottisti: apprendisti stregoni. Chi tenne in caldo Khomeini a Parigi e poi lo mandò a detronizzare lo Scià credeva di fare le scarpe ai sovietici. Risultato: i sovietici non ci sono più, sì, ma adesso c’è il jihad mondiale. E di questi esempi se ne potrebbe fare a bizzeffe. Si paventa, oggi, un mondo in cui tutti saremo spiati e controllati (complotto), ma se le macchine fossero perfette non ci sarebbero i meccanici, gli elettrauto, i computerai e tutti quei lavoratori che ci tolgono dai quotidiani impicci –ripeto, quotidiani- che gli utensili ci infliggono (realtà). E più sono complessi e peggio è. Ma per favore. L’unico che complotta davvero è Satana. Gli altri sono solo i suoi utili idioti. 

Di questo articolo salvo solo il finale cambiandolo un poco... così:

Ma per favore. L’unico che complotta davvero è Satana.  I complotti (quelli veri e reali ...e ce ne sono!...) li ordiscono e li compiono i suoi utili idioti. 




Nessun commento:

Posta un commento

Tutti i commenti sono benvenuti tranne quelli offensivi