venerdì 2 settembre 2016

Domenica a messa si è spezzato qualcosa, e non parlo del pane





Devo tornare a quanto accaduto domenica 31 luglio, ovvero l'iniziativa di far pregare insieme cattolici e musulmani nelle chiese di Francia e Italia, evento che ha infiammato gli animi tra coloro che sono favorevoli e coloro che di questa iniziativa sono critici se non nettamente contrari, personalmente, a caldo non avevo voluto commentare, ma in seguito ho letto delle prese di posizione che voglio condividere, ma per farlo, pubblico prima un paio di articoli che dimostrano quanto distanti possano essere sullo stesso tema le opinioni di coloro che si definiscono Cattolici.

Tra i tanti articoli che difendono l'iniziativa, ho scelto questo:

Posso dire che non sono d'accordo con i cattolici che hanno criticato la presenza di migliaia di cittadini musulmani nelle chiese di Francia e Italia, domenica 31 luglio? L'iniziativa, com'è noto, è sorta in Francia dopo il barbaro assassinio di padre Jacquel Hamel, sacerdote cattolico sgozzato mentre celebrava l'Eucarestia nella sua parrocchia di Saint-Etienne-de-Rouvay, nei pressi di Rouen, nel nord della Francia. Attentato compiuto da due terroristi islamisti e rivendicato dal sedicente stato islamico. Nonostante sia stata apertamente apprezzato dal presidente della Cei, il cardinale Bagnasco, e da numerosi vescovi, il gesto di pace - compiuto da rappresentanti islamici anche in alcune città italiane - ha provocato le reazioni sdegnate di alcuni laici e sacerdoti, nonché di alcuni imam e rappresentanti musulmani [...]...


...e la replica a quanto sopra:

Caro Fabio [...], ho visto il tuo articolo sui musulmani a messa. Dato che me lo hai inviato via twitter, immagino di essere tra coloro che tu rimproveri per non avere aderito cordialmente al gesto di domenica scorsa. Ti rispondo brevemente: Sei giornalista e sai bene che i titoli sugli articoli non sempre, [...] Mi spiace che l’espressione ragionevole di un dissenso rispetto a una «discutibile» scelta sia letta come «replica capricciosa di chi, davanti a una clamorosa smentita dei propri preconcetti, si arrampica sugli specchi alla ricerca di un cavillo per avere lo stesso ragione». Ritengo che su certe questioni la libertà di pensiero sia un valore sacrosanto. Basta citare che cosa disse s. Agostino: «In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas» [...]«nelle cose necessarie ci vuole l’unità, in quelle dubbie la libertà, in tutte la carità.» E a me sembra che almeno di cosa dubbia si possa parlare a riguardo della presenza dei mussulmani a messa, soprattutto se poi li si lascia recitare il Corano[...]...


Ora dopo aver letto questi due articoli che ci danno l'idea di cosa si parli,  possiamo leggerci l'articolo che più mi preme inserire; ribadisco che la notizia della preghiera comune tra cattolici e musulmani nelle chiese di Francia e Italia ha acceso una vasta polemica e certo avrei potuto inserire decine di articoli scritti su questo tema, (un esempio, e un altro,) basta fare una semplice ricerca nel web e la risposta è chilometrica ma l'articolo che voglio condividere e che corrisponde in tutto anche alla mia (modesta) opinione in tema, è quello del mio caro amico Camillo Langone che da par suo è capace di mettere a fuoco quello che ormai è evidente a chi non voglia chiudere gli occhi: l'annacquamento della fede cristiana dove il politicamente corretto la fa da padrone e dove piano piano la fede si perde e viene sostituita da una fede fai da te relativista:

Domenica a messa si è spezzato qualcosa, e non parlo del pane. Ve lo spiego

di Camillo Langone - www.ilfoglio.it

Cosa sarebbe successo se in chiesa avessi trovato maomettani e se il prete dal pulpito avesse tradito Cristo onorando Maometto?

Sono moderatamente favorevole alla cannabis libera, i parchi pullulanti di spacciatori africani sono inguardabili e infrequentabili, ma personalmente non intendo avvalermene perché la cannabis stordisce e io alla mia piccola o grande intelligenza ci tengo. Sono moderatamente favorevole al volemose bene ecumenista, la prospettiva della guerra civile-religiosa mi alletta ben poco, ma personalmente non intendo parteciparvi perché l’ecumenismo si alimenta di menzogne e chi si abitua ad ascoltare balle diventa un credulone. Per salvare la piccola o grande intelligenza in mio possesso, domenica sono andato a messa molto tardi, di sera, quando i vescovi aspiranti cardinali e i preti aspiranti vescovi erano presumibilmente già a tavola, e maggiori le probabilità di imbattersi in un sacerdote che non leccasse il culo al mondo (le cui opere sono cattive, vedi Giovanni 7,7; che odia noi cristiani, vedi Giovanni 15,19; che è dominato da Satana, vedi Giovanni 12,31).

C'è un problema di radicalismo nell'islam, dice il capo della conferenza degli imam francesi  Il Papa, il terrorismo, il dio denaro  Il Papa: "Se parlassi di violenza islamica dovrei parlare anche di quella cattolica"  La comunità islamica in chiesa convince solo un italiano su dieci. Sondaggio in esculsiva per il Foglio  Le "voci cattive che spingono alla violenza" che non bastano a spiegare l'estremismo islamico  Mea culpa islamico Cosa sarebbe successo se in chiesa avessi trovato maomettani e se il prete dal pulpito avesse tradito Cristo onorando Maometto? Sarei dovuto uscire e a quel punto un pezzo importante della mia vita sarebbe morto, come un arto andato in cancrena, e non avrei più saputo dove posare il capo. Amici mi invitano a farmi ortodosso ma, pur ammirando i cristiani orientali da quando tentavo di seguire le messe in San Spiridione a Trieste, non sono Cristina Campo: ubi Petrus, ibi Ecclesia. Altri amici mi spingono verso la Fraternità San Pio X ma giusto Parenzo e Labate de La Sette possono darmi del lefevriano: io sono cristiano e Gesù poco prima di venire ucciso pregò “perché tutti siano una sola cosa, perché il mondo creda che tu mi hai mandato”. Come potrei contribuire a una divisione? Altri ancora mi esortano a frequentare messe in latino debitamente autorizzate, solo che io abito a Parma, città di peculiare insensibilità liturgica, e dovrei spostarmi a Modena. E poi per quanto sia consapevole della natura cattoprotestante del messale di Paolo VI (chi percepisce in Bergoglio un’inaudita rottura analizzi meglio Montini), non mi piacciono i club religiosi: sono elitista in tutto tranne che in questo campo, lo slogan pochi-ma-buoni nel cristianesimo, che non è una setta, che non è una loggia, non funziona, e lo dimostra il fatto che nel clero qualità e quantità sono crollate contemporaneamente.

Cosa sarebbe rimasto della mia poca fede se domenica malauguratamente fossi capitato nel duomo di Piacenza, dove i fedeli delle prime file, tra cui alcune suore, si sono dovuti alzare per far accomodare i maggiorenti maomettani, tutti maschi e alcuni irrispettosamente incappellati? O in quella chiesa di Ventimiglia dove il prete ha distribuito ai seguaci di Allah pezzi di pane in un’oscena parodia dell’eucaristia? O nella cattedrale di Bari dove l’imam ha cantato il Corano come se in città fosse tornato l’emiro che nel nono secolo, grazie alle lame coraniche, vi aveva reintrodotto la schiavitù? Non oso immaginarlo. Comunque domenica qualcosa si è spezzato e non mi riferisco al pane. Non sto qui a ripetere quando l’accaduto sia cattolicamente illegale (vedi “Redemptionis Sacramentum”, istruzione della Congregazione per il culto divino risalente al 2004, non al Medio Evo): non ho voglia di fare la guardia al bidone di benzina. Ripeto che sono stanco di sentire insultata la mia intelligenza che, lo ricorda Pascal, mi deriva dalla Sapienza divina e non dal clero. Quando il Santo Padre dice che il Corano è un libro di pace dice il falso.




Gesuiticamente? Machiavellicamente? Non lo so. So che dice il falso e posso scriverlo da cattolico praticante perché la panzana è pronunciata dall’aereo e non dalla cattedra, quindi senza la copertura dell’infallibilità petrina. Resta lo sgomento di vedere la Chiesa di colui che è la verità fare quadrato intorno a un’affermazione falsa. Scandalizzando chi conosce la storia e confondendo chi non ne sa nulla. Dopo avermi visto in televisione il mio macellaio mi ha chiesto: ma davvero nel Corano è scritto che i cristiani devono convertirsi oppure essere uccisi? Sì, gli ho risposto, è scritto così. Domenica grazie a Dio, e grazie a un sacerdote non apostata, non sono stato obbligato a scegliere tra fedeltà e ragione, però molti amici hanno smesso di andare a messa e il mio macellaio non sa più a chi credere.

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