lunedì 18 dicembre 2017

Amoris Laetitia ...la confusione continua


La saga infinita di Amoris Laetitia presenta una ennesima puntata... (cercate nel blog e troverete le puntate precedenti) ma prima di proseguire, dobbiamo fare il punto e ritornare indietro di qualche giorno; siamo a martedì 12 dicembre dell'Anno Domini 2017 e attraverso la rete internet viene diffuso un documento, anzi un Manifesto, dal sito:  www.fidelitypledge.com (qui il manifesto) che fa capo a trentasette movimenti pro-life e pro-family di tredici diverse nazioni che scendono in campo con una storica dichiarazione di separazione dagli errori di papa Bergoglio. Subito la notizia viene rilanciata nella rete e sui media; ma che cosa afferma questo documento di www.fidelitypledge.com ? se ne può capire il "succo" dalle prime parole nell'intestazione: "PROMESSA DI FEDELTÀ; FEDELI ALLA VERA DOTTRINA, NON AI PASTORI CHE SBAGLIANO".  E tanto per capirci meglio (ma sarebbe bene leggere questo "manifesto"), riporto una frase che parla da sola: «Dichiariamo la nostra completa obbedienza alla gerarchia della Chiesa cattolica nel legittimo esercizio della sua autorità. Tuttavia, nulla potrà mai convincerci od obbligarci ad abbandonare o contraddire qualsiasi articolo della fede e della morale cattolica. Se esiste conflitto tra le parole e gli atti di qualsiasi membro della gerarchia, compreso il Papa, e la dottrina che la Chiesa ha sempre insegnato, rimarremo fedeli all’insegnamento perenne della Chiesa. Se dovessimo abbandonare la fede cattolica, ci separeremmo da Gesù Cristo, a cui vogliamo essere uniti per tutta l’eternità». Tra quanti hanno commentato questa iniziativa, vorrei segnalare l'articolo di Emmanuele Barbieri intitolato: “Non seguiremo i pastori che sbagliano”. Manifesto di resistenza dei Pro-Life a papa Bergoglio. (si veda qui e anche qui). L'articolo di Barbieri termina con questa frase:  «La "Promessa di fedeltà", che si situa sulla linea della "Supplica filiale" del settembre 2015 e della "Correctio filialis" del settembre 2017, si impone per il numero e la qualità dei firmatari, a cui fanno capo centinaia di migliaia di militanti pro-vita e pro-famiglia in tutto il mondo. Ignorarne il messaggio sarebbe un grave errore da parte della Santa Sede».  Ora mi ricollego alla saga di AL: tutto quanto scritto precedentemente ha un suo motivo fondante nella (voluta?) confusione che questa esortazione, da quando è stata emanata ha provocato e continua a provocare; se quanto scritto in AL fosse "Vera e Chiara Dottrina Cattolica" non ci sarebbe stata tutta questa confusione all'interno della Chiesa e nel mondo Cattolico; qualcuno forse dirà che tutta questa confusione "lui" non la vede, allora noi lo rimandiamo alla "Supplica filiale" , poi alla "Correctio filialis"  ed ora, appunto a quest'ultimo documento "Promessa di fedeltà" ; eventi che nel mondo cattolico stanno lasciando il segno e dimostrano l'apprensione, l'inquietudine, la preoccupazione, il disagio che agitano gli animi, le menti e i cuori di schiere sempre più numerose di cattolici nel mondo, nei confronti della gerarchia ecclesiale e dello stesso papa che, sembrano  non curarsi dello sconcerto dei fedeli allorquando sentono dal papa o dai vescovi frasi e discorsi che mai erano stati sentiti. Cito dal documento di  www.fidelitypledge.com : «[...] siamo tenuti a sottolineare numerose ulteriori dichiarazioni e azioni che hanno avuto un impatto particolarmente dannoso sul nostro lavoro per la protezione dei bambini non nati e della famiglia negli ultimi anni. Esempi rappresentativi includono: (1) dichiarazioni e azioni che contraddicono l’insegnamento della Chiesa sul male intrinseco degli atti contraccettivi; (2) dichiarazioni e azioni che contraddicono l’insegnamento della Chiesa sulla natura del matrimonio e sul male intrinseco degli atti sessuali al di fuori dell’unione matrimoniale; (3) l’approvazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che richiedono fortemente agli Stati membri la realizzazione di un accesso universale all’aborto, alla contraccezione e all’educazione sessuale entro il 2030; (4) l’approccio adottato riguardo l’educazione sessuale, in particolare nel capitolo 7 di Amoris Laetitia e nel programma The Meeting Point elaborato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia. [...] Per questo motivo desideriamo ribadire la nostra immutabile adesione alle posizioni morali fondamentali di seguito descritte: (5) esistono certi atti intrinsecamente malvagi e che è sempre proibito commettere; (6) l’uccisione diretta di un essere umano innocente è sempre gravemente immorale. Di conseguenza, l’aborto, l’eutanasia e il suicidio assistito sono atti intrinsecamente malvagi; (7) il matrimonio è l’unione esclusiva e indissolubile di un uomo e di una donna e tutti gli atti sessuali al di fuori del matrimonio e tutte le forme di unione contro-natura sono intrinsecamente negativi e gravemente nocivi per gli individui e la società; (8) l’adulterio è un grave peccato e coloro che vivono in adulterio non possono essere ammessi ai sacramenti della Penitenza e della Santa Comunione, fino a quando non si pentono e non modificano la loro vita; (9) i genitori sono gli educatori primari dei loro figli e l’educazione sessuale deve essere svolta dai genitori o, in determinate circostanze, “nei centri educativi scelti e controllati da loro”; (10) la separazione del fine procreativo e unitivo dall’atto sessuale attraverso metodi contraccettivi è intrinsecamente negativa e ha conseguenze devastanti per la famiglia, per la società e per la Chiesa; (11) i metodi di riproduzione artificiale sono gravemente immorali in quanto separano la procreazione dall’atto sessuale e, nella maggior parte dei casi, portano direttamente alla distruzione della vita umana nelle sue prime fasi; (12) ci sono solo due sessi, maschio e femmina, ognuno dei quali possiede le caratteristiche complementari e le differenze che sono loro proprie; (13) gli atti omosessuali sono intrinsecamente cattivi e nessuna forma di unione tra persone dello stesso sesso può essere approvata in alcun modo».  Come si vede il mondo cattolico è in subbuglio e la confusione regna sovrana al punto che ormai le conferenze episcopali dei vari paesi diramano direttive opposte e contraddittorie come si è visto nella interpretazione della AL da parte della conferenza episcopale polacca opposta a quella argentina; sempre su AL Aldo Maria Valli vaticanista della RAI in un suo articolo scrive: «[...] È così che mi sono convinto che in "Amoris laetitia" c’è un’allarmante tendenza a giustificare il peccato e a lasciar intendere che il comportamento moralmente sbagliato può essere addirittura quello che Dio richiede in date circostanze. Far funzionare i (pochi) neuroni rimasti è roba da tradizionalisti? Non so. Quel che so è che quando sento parlare di «cammino di discernimento», «pastorale innovativa» e «circostanze attenuanti» mi metto subito sul chi vive: vuoi vedere che qui si sta cercando di aggirare l’ostacolo? Fatta la legge, trovato l’inganno: furbizia popolare, non fede cattolica [...]». (vedi qui).  Allora tutto lo scandalo tra i fedeli dipende da AL? no! ma AL come scrive Antonio Livi nel suo articolo di oggi: «Le intenzioni del Papa non cambiano la dottrina» (vedi qui) propone nel suo pensiero che AL sia lo strumento in mano al papa per attuare un cambiamento nella prassi, come meglio si capisce da questo paragrafo che cito: «[...] Va riconosciuto, comunque, che una cosa almeno viene definitivamente chiarita da questo ultimo atto magisteriale di papa Francesco: è la sua ferma intenzione di introdurre nella Chiesa una nuova prassi, diversa da quella che era stata sancita dal suo predecessore san Giovanni Paolo II con l’esortazione apostolica post-sinodale Familiaris consortio (1981), che ben si armonizzava con tutta la Tradizione dogmatico-morale e con le norme che si ritrovano oggi nel Codice di Diritto Canonico. Una prassi che viene a legittimare quanto già veniva fatto (abusivamente) in molte regioni del mondo cattolico, a cominciare dalla Germania, dal Belgio e dall’Olanda, per volontà delle conferenze episcopali di quei paesi. Si tratta di un’intenzione di cambiamento della prassi pastorale nei confronti di quei fedeli che chiedono di essere ammessi alla comunione sacramentale pur trovandosi in una condizione di vita (esterna, pubblica) che fa legittimamente presumere che non siano in «stato di grazia santificante». In che consiste tale cambiamento? Consiste nella pubblica accoglienza di questi fedeli nella comunità visibile, ossia nella vita sociale della comunità cristiana, dove il Vescovo e i presbiteri sono pronti a un fraterno dialogo di “discernimento”, per verificare, caso per caso, se quei fedeli non siano, malgrado le apparenze, in «stato di grazia santificante» e possano quindi accedere direttamente alla Comunione, oppure possano recuperare lo stato di grazia con la Confessione, pur non volendo o non potendo cambiare la loro «situazione oggettiva di peccato»  E in un altro passo:  «[...] Ciò non è avvenuto con la AL, che – come ho sempre sostenuto nelle mie pubblicazioni al riguardo – si esprime in modo «volutamente ambiguo» circa le ragioni dottrinali che consiglierebbero la nuova prassi. E il motivo di tal voluta ambiguità è, presumibilmente, la consapevolezza che la dottrina che ispira la nuova prassi è chiaramente contraria alla Tradizione e riflette teorie teologiche chiaramente eretiche, come la Correctio filialis ebbe a denunciare [...]». Ma Antonio Livi nel suo articolo di oggi si chiede SE gli atti magistrali di papa Francesco inerenti AL cambino o no la dottrina; a mio parere la cambiano eccome, Livi invece si mantiene sul vago, ma in compenso si premura di dare dei consigli a quanti, ordinati o semplici fedeli continuino a nutrire dei dubbi sui principi dottrinali che ispirano la nuova prassi di AL e si trovino in uno stato d’animo che (Livi) continua a definire di vero e proprio «disorientamento pastorale», e cito ancora il consiglio che potrebbe servire a me stesso: «[...] Infine, se si tratta di uno dei destinatari indiretti della AL, ossia di un comune fedele, sia ecclesiastico che laico, costui è tenuto anche oggi a rispettare e venerare il Papa, chiunque egli sia, senza per questo sentirsi obbligato a considerare de fide divina et catholica ciò che egli ha proposto, non come una precisa dottrina dogmatico-morale ma solo come vaghi e contraddittori argomenti filosofico-teologici a sostegno delle sue indicazioni pastorali. Come ho già detto, il fatto di includere formalmente la dottrina della AL tra i documenti del magistero ordinario del papa non implica che essa sia sostanzialmente tale da vincolare tutti i fedeli all’assenso, come parte del sistema della fede. Di conseguenza, un comune fedele, soprattutto se è un teologo, non deve sentirsi in coscienza privato della libertà di pensiero per quanto riguarda un proprio giudizio sulla prassi voluta da papa Francesco, la quale, a parere di molti cattolici competenti (ad esempio i filosofi Robert Spaemann, Stalislaw Gryegel e Joseph Seifert, oltre ai teologi firmatari della Correctio filialis, tra i quali notoriamente ci sono anch’io), comporta il rischio di contribuire alla diffusione delle eresie nella Chiesa di oggi. Come volevo dimostrare, la saga continua, la confusione pure e la prassi, la dottrina, la fede, la morale e la Chiesa cattolica intanto vanno a ramengo. Amen.




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