giovedì 16 febbraio 2017

Sembra che tutto vada contro la ragione





Le cronache dalla Chiesa ultimamente si fanno sempre più confuse, ho già riportato nei Post precedenti le sensazioni che si provano a leggere di tutto e di più sulla Chiesa, sul Papa e sulla nostra Fede messa a grandissima prova. Se dovessi trascrivere tutte le notizie che arrivano, questo piccolo e modesto Blog dovrebbe trasformarsi in una corazzata mediatica per reggerne l'urto, ma resta sempre un piccolo e modesto Blog senza tante pretese, ma pur tuttavia con la pretesa di pubblicare ogni tanto qualche articolo interessante; dall'ultimo Post che ho pubblicato, ho tenuto da parte qualche articolo che ritenevo valido, poi mi è capitato di leggere questo e lo voglio riproporre per chi magari se lo è perso nascosto nel mare di articoli che giornalmente ci inondano; quello che mi intriga di questo articolo è proprio il fatto che tutto sembri andare al contrario della ragionevolezza dell'uomo comune, e questa sensazione non credo che l'abbia avuta solo l'articolista ma sia molto, molto più diffusa.

Che cosa sta succedendo?

Non è un fenomeno solo italiano, ma europeo; e non solamente europeo, è un fenomeno mondiale. Dovunque si assiste al medesimo spettacolo: una intellighenzia che non rappresenta nessuno, se non se stessa, e, naturalmente, i propri privilegi; una classe dirigente che non lavora nell’interesse del proprio Paese, ma solo e unicamente per sé, al servizio di altri poteri, di regie occulte; perfino un clero che non lavora più per la Chiesa, né per la ragion d’essere della Chiesa, la salvezza delle anime, ma per diffondere una nuova versione della religione, e, nel frattempo, per distruggere tutto: dogmi, dottrina, magistero, pastorale, etica, tradizione, liturgia.

Che cosa sta dunque succedendo? Le persone comuni, anche di mediocre intelligenza, anche di nessuna cultura, incominciano a percepire un certo qual puzzo di bruciato: Palo VI diceva: il fumo di Satana è penetrato in Vaticano. C’è puzzo di tradimento; c’è aria di losche manovre, di accordi col nemico; i cittadini e i fedeli si sentono sempre più soli, sempre più abbandonati. Lo Stato e la Chiesa non li difendono più, non indicano più la via da seguire. C’è aria di smobilitazione, di rompete le righe, si salvi chi può e meglio che può. Tutto questo non è normale: qualcosa sta bollendo in pentola, qualcosa di torbido, di brutto, d’inconfessabile.

Qualcuno, più testardo, o più perspicace, o un po’ più folle, non si accontenta di annusare il puzzo di bruciato; vuol saperne di più, vuol cercare di capire; s’informa, approfondisce, mette in fila i dati, le cifre, le coincidenze; riflette. A tratti ha quasi le vertigini: gli sembra d’intravedere un disegno, un progetto, un piano smisurato, planetario, che parte da lontano e che, addirittura, si perde nei secoli passati, e si proietta nell’avvenire, senza fretta, con una metodicità disumana, con una pazienza veramente diabolica. Ma poi si ritrae sbigottito, incredulo: si dice che no, non può essere, cose simili non sono di questo mondo; teme di esser diventato paranoico, di aver perso il contatto con la realtà; si domanda che penserebbero, cosa direbbero di lui, se parlasse apertamente dei suoi sospetti, delle sue intuizioni. Soros, Obama, Hillary Clinton; la grande finanza, le grandi banche americane, il gruppo Bilderberg; e poi, ancora, i servizi segreti di qua e di là dell’Atlantico, la Siria, l’Isis, Putin, Erdogan, Netanyahu. Ma sì, tutto torna, i pezzi del mosaico combaciano, però è incredibile… No, è meglio non dire, non parlare a nessuno: direbbero che questo è complottismo, che sono teorie campate per aria, leggende metropolitane.

Eppure…

Una cosa è certa: non si era mai verificato, nella storia, un tale scollamento fra ciò che fanno gli uomini politici, o, per dir meglio, tra ciò che non stanno facendo, ostinatamente, inspiegabilmente, pervicacemente, e ciò che i popoli attendono, desiderano, sperano; non era mai accaduto che in maniera così palese, così stridente, perfino così sfacciata, chi sta al potere lo eserciti in maniera tanto difforme da quello che è, secondo ogni evidenza, l’interesse nazionale, il bene pubblico, nonché il semplice buon senso dell’uomo della strada. Le persone qualsiasi vedono e capiscono che bisognerebbe dirigere in tutt’altra direzione le leve della politica; che i governi dovrebbero occuparsi di ben altre cose, e in tutt’altro modo: che, per esempio, invece di tenere impegnate le aule dei parlamenti, e paralizzata la vita delle rispettive nazioni, intorno a disegni di legge il cui scopo è dare sempre più diritti a delle minoranze estreme ed estremiste, come il fatto di riconoscere i cosiddetti matrimoni omosessuali e il diritto di tali coppie di adottare bambini, o di ottenerli con la fecondazione eterologa, o con la pratica pura e semplice dell’utero in affitto, dovrebbero varare nuove leggi miranti a proteggere i confini delle rispettive nazioni, a impedire la graduale, inarrestabile invasione da parte di masse strabocchevoli d’individui i quali, per cultura, religione, mentalità, storia, tradizione, non desiderano affatto integrarsi nei Paesi occidentali, dai quali pretendono di essere ospitati, mantenuti, accolti, e infine proclamati cittadini, ma che, tutto al contrario, nutrono il disegno, neanche tanto dissimulato, di conquistare gradualmente il controllo della situazione, di sommergere gli abitanti sotto il peso della loro crescita demografica, di introdurre in Occidente le leggi, gli usi, le tradizioni di provenienza, ossia l’islam, e non necessariamente quello (se pure esiste) cosiddetto moderato, ma forse quell’altro, quello che fa tanta paura ma che sembra una cosa remota, quasi irreale: quello che distrugge le sculture antiche, le opere d’arte, quello che proibisce alle donne di guidare l’automobile e che condanna a morte chi offende anche solo minimamente, anche solo involontariamente, il Corano. Quello che tentò di conquistare l’Europa nel corso dei secoli, ma che sempre venne fermato e respinto con le armi, a Lepanto, sotto le mura di Vienna; e che ora, rinunciando a ritentare la prova delle armi (ma non all’arma insidiosa del terrorismo), si ripromette una più facile e sicura conquista mediante la fertilità delle sue donne, e sfruttando le leggi degli Stati laici occidentali, elargitrici di diritti a tutte le minoranze, a tutti gli “oppressi”, a tutti i profughi di questo mondo, veri o falsi che siano; diritti che equivalgono, sovente, ad altrettante mortificazioni, ad altrettante privazioni della giustizia nei confronti dei cittadini veri, dei residenti, di coloro che questa società l’hanno costruita, l’hanno alimentata con il loro lavoro, con la loro intelligenza, con i loro sacrifici, e che l’hanno difesa, con tutta la loro passione, qualche volta con il loro sangue.

E adesso si assiste allo spettacolo incredibile, inaudito, di parlamenti che pensano sempre al bene delle minoranze aggressive, degli stranieri clandestini, di quanti odiano e disprezzano i valori sui quali si fonda la nostra idea di convivenza e di bene comune, e molto, ma molto meno, al bene dei propri concittadini, ai più deboli, ai pensionati, a quelli che hanno perso il lavoro, ai giovani che un lavoro non l’hanno mai avuto, né hanno alcuna speranza di trovarlo, con tutte le loro lauree, le loro competenze, la loro buona volontà; e allo spettacolo, non meno sconcertante, di una magistratura che è sempre dalla parte dei violatori dell’ordine e della legge, degli spacciatori, dei rapinatori e degli stupratori, e che, per essi, invoca sempre le circostanze attenuanti, il minimo della pena, e, non di rado, neppure quello; e allo spettacolo di una stampa, di una televisione, di una informazione che non raccontano i fatti secondo verità, che non dicono quel che davvero sta accadendo, che barano sui fatti e perfino sulle parole, che s’inventano cose che non esistono, che parlano di profughi quando dovrebbero parlare d’invasori, che parlano di disagio sociale quando dovrebbero parlare di criminalità, che parlano di diritti quando dovrebbe parlare di doveri.

E poi si vede che i parlamenti, la magistratura, i giornalisti, usano un altro peso e un’altra misura quando si tratta dei cittadini veri, degli europei, di quelli che rispettano la legge, che pagano le tasse fino all’ultimo centesimo, che non fanno del male ad alcuno, ma il male lo subiscono continuamente, le cui case vengono rapinate, i cui negozi vengono svaligiati, gli anziani derubati dello stipendio, derubati della borsa o del portafoglio quando vanno a fare la spesa, truffati in casa loro da delinquenti specializzati nel farsi passare per impiegati pubblici, per operai, per assistenti sociali, e invece sono solo degli squallidi criminali che si approfittano dei più indifesi, che li provano dei risparmi di una vita. E tutto questo avviene senza che l’intellighenzia ne parli, anzi, basta accendere la televisione e vedere di che cosa si parla e si sproloquia nelle tavole rotonde, nei dibattiti in prima e seconda serata, nelle interviste e nei collegamenti dallo studio con il politico tale e con il famoso filosofo talaltro: si parla di tutt’altro, di aria fritta, di niente, come se i problemi reali non esistessero, come se i cittadini non vivessero nell’angoscia e nella paura, come se non fossero la carne da macello delle banche, degli speculatori, delle multinazionali, che dettano le regole, decidono la sorte di milioni di persone, frodano il fisco per milioni di euro, mentre il semplice cittadino, per una elusione di pochi spiccioli, subisce multe pesantissime, stangate memorabili, che metterebbero a terra chiunque, figuriamoci un piccolo commerciante che già sta annaspando, un piccolo impresario che non sa più a che santo votarsi per ottenere un po’ di ossigeno dalle banche, o i pagamenti dovuti dallo stato, e intanto non sa come fare per pagare i propri operai, si vergogna, e qualche volta decide di togliersi la vita, così, per il disonore e la disperazione. Ma i giornali e i telegiornali raccontano tutta un’altra storia; non parlano dello stillicidio quotidiano della criminalità ordinaria, non raccontano l’esasperazione dei cittadini, se non quando si tratta di metterli in cattiva luce, di farli passare per razzisti, per xenofobi, per egoisti, immemori del loro passato di emigranti o di figli e nipoti di emigranti. Soprattutto, non raccontano le loro ragioni: non rendono servizio alla verità e non esitano a denigrare quei cittadini dalle cui tasche, dopotutto, arrivano i loro stipendi, pur di difendere, scusare e assolvere da ogni addebito i nuovi barbari, calati sulle nostre città e sui nostri paesi per metterli a sacco, lentamente e metodicamente: barbari che vengono dal di fuori e barbari che vengono da dentro. Fatto sta che la comprensione è sempre per loro; la disapprovazione, è sempre per chi subisce le loro violenze.

Sorge perciò, inevitabile, la domanda: come mai?

Come è possibile una situazione di questo tipo; una situazione, ripetiamo, che ha ormai le dimensioni planetarie della stessa globalizzazione? Che cosa sta succedendo dietro le quinte dei palazzi della finanza e della politica, delle redazioni dei giornali e delle reti televisive, delle grandi case editrici e delle facoltà universitarie, dove zelanti professori insegnano un nuovo razzismo alla rovescia, insegnano ai giovani studenti il disprezzo della propria identità, della propria tradizione, della propria fede religiosa, nello stesso tempo in cui innalzano fino alle stelle le altre identità, le altre tradizioni, le altre fedi? E che cosa sta succedendo all’ombra dei sacri palazzi, del Vaticano, e delle curie vescovili e arcivescovi, dove un clero sempre più permeato di modernismo e di progressismo sta letteralmente svendendo secoli di dottrina cattolica, sta facendo polpette della morale cattolica, sta demolendo con scientifica metodicità la tradizione cattolica, per sostituirle con una nuova religione gnostica e sincretista, basata sul relativismo più spinto, dove dio è un concetto ormai vuoto e impersonale, e dove non ci sono più verità, né dogmi, né rivelazione, e tanto meno peccati, o vita soprannaturale; ma dove tutto è come pare e piace al singolo sacerdote, al singolo fedele, a suo giudizio personale, così, senza tante cerimonie, ciascuno a suo modo, come direbbe Pirandello?

Che cosa si deve pensare di un papa che ogni giorno attacca i cattolici, li maltratta, li deride, li umilia, li sbeffeggia, li turba nelle loro più profonde convinzioni, e ogni giorno parla bene di tutti gli altri; che non ha mai nominato una volta, si badi bene, non ha mai nominato una sola volta il terrorismo islamico, chiamandolo per nome; anzi, che la sola volta in cui l‘ha fatto, lo ha fatto per istituire un assurdo paragone con quei mariti che, nella nostra società, commettono violenze familiari, contro le mogli o le suocere, come se i due fenomeni stessero sullo stesso piano, come se avessero una stessa radice? Come se il prete cattolico sgozzato in chiesa dai fanatici dell’islam fosse stato ucciso per le stesse ragioni che spingono un marito, pazzo di gelosia, ad alzare la mano contro la moglie infedele, o magari supposta tale? Cosa si deve pensare di un papa che, in pratica, e attraverso complicati giri di parole, degni di un Azzeccagarbugli, mette in forse l’indissolubilità del matrimonio, proponendo una sorta di amnistia o di condono generale per i divorziati risposati che vogliono fare la Comunione, e che non risponde nemmeno alle legittime domande di quattro suoi cardinali, i quali, a nome di tantissimi fedeli, vorrebbero sapere se la Confessione, la Comunione e il Matrimonio sono ancora dei Sacramenti, e, se sì, se devono ancora essere vissuti nel pieno rispetto della morale cattolica, quale è sempre stata insegnata, almeno fino a ieri, dal Magistero della Chiesa, e quale risulta chiaramente anche dalle parole di Gesù nel Vangelo: L’uomo non separi ciò che Dio ha unito? Che dire di un papa che si comporta così dopo essere salito al soglio di san Pietro per prendere il posto di un altro papa, ancora vivente,  il quale ha misteriosamente, inspiegabilmente rinunciato alla sua sacra funzione, e si è ritirato, senza dare una parola di spiegazione; una papa che, al momento della sua elezione, aveva così apostrofato i fedeli: Pregate per me, perché io non prenda paura e non fugga davanti ai lupi? Ma poi è fuggito, e tutti lo hanno visto; e i lupi, evidentemente, c’erano, ed egli sapeva che c’erano: ebbene, come si spiega il silenzio della stampa, l’oblio repentino degli stessi fedeli, la smemoratezza di migliaia di sacerdoti e di centinaia di vescovi, davanti a un fatto così clamoroso, così inaudito: quello di un papa che abdica nel bel mezzo del suo pontificato, senza dire perché, soltanto adducendo generiche ragioni di salute e di stanchezza?

No, tutto ciò non è affatto normale. Non è normale che accada una cosa del genere, e non è normale il comportamento dei media. Soprattutto, non è normale che la gente non si faccia domande; o che, se pure se le fa, non pretenda delle risposte. È come se l’opinione pubblica fosse narcotizzata, ipnotizzata. E intanto, ai posti di comando, spadroneggiano gli abusivi, i rinnegati e i traditori…



Francesco Lamendola -  Fonte




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